Trasparenza retributiva: la Direttiva UE 2023/970

23 Ottobre 2025
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Gli annunci di lavoro non potranno più nascondere le condizioni economiche e contrattuali: con la Direttiva (UE) 2023/970 sulla trasparenza retributiva, approvata per ridurre il divario salariale di genere, le imprese dovranno indicare in modo chiaro la retribuzione offerta e il contratto collettivo applicato già in fase di selezione.

Gli Stati membri sono tenuti a recepire la direttiva entro giugno 2026, introducendo regole che garantiscano una reale parità di trattamento tra lavoratori e lavoratrici in ogni fase del rapporto di lavoro.

Come prevede l’articolo 5 della direttiva, gli annunci dovranno essere neutri sotto il profilo del genere e redatti in modo da non contenere alcun riferimento discriminatorio. Le aziende saranno inoltre obbligate a comunicare, prima dell’assunzione, l’importo della retribuzione iniziale (o la fascia retributiva) relativa alla posizione offerta, basata su criteri oggettivi e neutri, insieme alle disposizioni previste dal CCNL di riferimento.

Al contrario, il datore di lavoro non potrà chiedere ai candidati informazioni sulle retribuzioni percepite in precedenti rapporti di lavoro: una misura pensata per evitare che le disuguaglianze salariali pregresse si riflettano nei nuovi contratti.

La direttiva rafforza principi già presenti nell’ordinamento italiano, dal divieto di discriminazione di genere sancito dalla legge n. 903/1977 (oggi confluita nel Dlgs. 198/2006 – Codice delle pari opportunità) alla parità retributiva per lavori di pari valore. Tuttavia, l’impianto europeo segna un passo ulteriore: mira a rendere strutturale la trasparenza come strumento di prevenzione e correzione delle disparità.

In conclusione, entro giugno 2026, gli Stati dovranno integrare nella legislazione nazionale le misure previste dalla direttiva, che include anche nuovi obblighi di reportistica salariale e procedure per la rettifica delle differenze retributive ingiustificate.

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