La novità più importante che riguarda il superbonus 110 è la proroga nella legge di bilancio 2022. Ma attenzione perché si tratta di una proroga differenziata:
Un discorso a parte per la proroga del superbonus 110 per le unifamiliari e le villette.
Sconto in fattura e cessione del credito
La legge di bilancio 2022 ha prorogato anche lo sconto in fattura e la cessione del credito per il superbonus 110 fino al 31 dicembre 2025. Per gli altri bonus casa la prororoga è fino al 31 dicembre 2024.
L'Agenzia delle Entrate ha predisposto un nuovo modello con relative istruzioni per la cessione del credito e lo sconto in fattura.
Inoltre l’Agenzia delle Entrate tramite la risposta n.523 ha chiarito quali sono i lavori trainati e trainanti su cui verrebbe applicato l’incentivo.
Secondo quanto riportato dal sole 24 Ore l’incentivo del Superbonus 110% potrebbe portare a un costo per 5 anni di almeno 4 miliardi di euro per le casse dello Stato su un arco temporale di 11 anni in seguito ai lavori messi in atto nell’anno 2021 pari a 13 miliardi. Secondo il responsabile globale di Home Enel X sarebbe opportuno allungare il periodo temporale di distribuzione dei fondi, inoltre sostiene che sia necessario introdurre un sistema perequativo che riduca i benefici per i più abbienti e mantenga gli attuali vantaggi per i redditi più bassi.
Lo strumento fiscale pensato per la distribuzione dei fondi in base al reddito, è l’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente). Attraverso una simulazione di Enel sulle finanze pubbliche, prendendo in considerazione 4 fasce di reddito, lo Stato avrebbe un Saldo positivo nell’arco di 3 – 4 anni e raddoppiare nel caso periodo di recupero del credito fiscale sia di 10 anni anziché 5. Tramite l’utilizzo dell’indicatore della situazione Economica, l’esborso complessivo si abbasserebbe da 70 miliardi di euro complessivi a 59 miliardi di euro, di cui 16 miliardi verrebbero riassorbite da maggiori entrate fiscali.
Per consentire allo Stato di ridurre ancora i circa 43 miliardi in 11 anni che rimarrebbero da rimborsare, si potrebbe attingere sia alla crescita futura ma anche ai proventi dell’emersione dell’economia sommersa, oggi calcolata nell’11,3% del Pil e pari a 203 miliardi e basterà recuperare annualmente circa il 2% di quest’importo per non gravare sulle casse dello Stato.
Tra i benefici del proseguimento dell’iniziativa per tutto il quinquennio troviamo la generazione di circa 120 mila posti di lavoro, un incremento annuo di circa l’1% del Pil, una rivalutazione del patrimonio immobiliare di 20 miliardi e una riduzione dei consumi di energia elettrica a regime di circa 8 Terawattora, tra consumi risparmiati con l’efficienza ed energia autoprodotta con i pannelli.
Fonte: Redazione TFDC
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