L'indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa

22 Gennaio 2021
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Una misura di difficile accesso, che presenta numerose criticità e che assicurerà un sostegno massimo di 6 mesi nell'arco di 3 anni, può essere considerata un aiuto per far fronte alla crisi economica causata dall'emergenza epidemiologica?
L'art. 1, cc. 386-401 L. 178/2020 (legge di Bilancio 2021) ha introdotto una sorta di ammortizzatore sociale a favore degli iscritti alla Gestione Separata Inps, il fondo pensionistico, il cui scopo è stato quello di assicurare la tutela previdenziale a quei lavoratori, nella maggior parte dei casi professionisti, per cui non era ancora prevista una specifica cassa previdenziale, che fino ad allora ne erano esclusi.
L'indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa (ISCRO) verrà riconosciuta, in misura sperimentale, per il triennio 2021-2023, alle seguenti condizioni:
- esercitare abitualmente un'attività di lavoro autonomo ex art 53, c. 1 del Tuir;
- non essere titolari di trattamento pensionistico;
- non essere assicurati presso altre forme di previdenza obbligatorie;
- non essere beneficiari di reddito di cittadinanza;
- essere in regola con i versamenti contributivi obbligatori;
- esercitare l'attività da almeno 4 anni.
La norma richiede inoltre i sottoelencati requisiti:
1) aver dichiarato, nell'anno precedente alla presentazione della domanda, un reddito non superiore ad € 8.145,00, importo annualmente rivalutato sulla base dell'indice ISAT;
2) aver dichiarato, nell'anno precedente a quello di presentazione della domanda, un reddito di lavoro autonomo inferiore al 50% alla media dei redditi da lavoro autonomo conseguiti nei 3 anni precedenti l'anno anteriore alla trasmissione della richiesta;
3) partecipare a percorsi di aggiornamento professionale (ancora da definire criteri e modalità tramite decreto del Ministero del Lavoro, di concerto con il Mef).
Parrebbero dunque esclusi dal beneficio quei contribuenti rientranti, “per differenza”, nella Gestione Separata Inps e che determinano il reddito imponibile con le regole dettate dal Tuir per le imprese (quadro “F” o “G” del modello Redditi PF). Trattasi di coloro a cui, pur se non inquadrabili nel novero dei lavoratori autonomi esercitanti un'attività professionale, è anche preclusa l'iscrizione alla gestione commercianti/artigiani.
L'indennità sarà erogata, a decorrere dal primo giorno successivo a quello di presentazione della domanda (da effettuare una sola volta nel triennio), per 6 mensilità, in misura pari al 25%, su base semestrale, dell'ultimo reddito certificato dall'Agenzia delle Entrate, compresa tra 250 e 800 euro mensili.
Ipotesi di calcolo per domanda presentata nel corso del 2021:
Reddito da quadro E anno 2020 € 7.000,00 – requisito sub 1) rispettato.
Media ricavi del triennio 2017/2019 € 15.000,00 – requisito sub 2) rispettato.
Ultimo reddito € 7.000/2 (su base semestrale) = 3.500 x 25% = 875 :6 (mesi di fruizione) = 145,83
Essendo l'importo inferiore a € 250 mensili previsti dalla norma al contribuente sarà erogata un'indennità pari ad € 1.500 (250 x 6).
Da una prima analisi, come peraltro già emerso nel corso della discussione in Commissioni parlamentare, si rilevano alcune illogicità:
- il termine dei 4 anni di anzianità della partita Iva esclude i contribuenti più giovani la cui attività, causa Covid-19, può invece, rispetto ad altre, risentire maggiormente della crisi economica;
- l'obbligo di frequenza di attività formative ed aggiornamento professionale non è fattispecie prevista per la cassa integrazione dei lavoratori dipendenti;
- i beneficiari riceveranno l'indennità in tempi probabilmente non brevi;
- 6 mesi di sostegno nell'arco di un triennio è una misura decisamente insufficiente;
- per assicurare la copertura finanziaria a tale misura è previsto un incremento dell'aliquota contributiva dello 0,26% per il 2021 e dello 0,51% per ciascuno degli anni 2022 e 2023 con conseguente aumento della contribuzione dovuta in futuro a carico di tutti gli iscritti.
Ancora una volta il legislatore ha perso l'occasione per abbandonare le consuete incoerenze e farraginosità a cui, da tempo, ci ha ormai tristemente abituati.

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