Tra i vari punti discussi sulla bozza di legge di Bilancio, troviamo al suo interno la pensione anticipata rivolta alle Donne lavoratrici. In Specifico il governo, dopo anche il pressing da parte di sindacati e forze politiche, ha deciso di mantenere inalterata la modifica presente all'interno del disegno di legge del 28 Ottobre, la quale allargava a 60 anni la soglia minima di Età per le donne lavoratrici.
Opzione Donna, cos’è
Fino ad oggi la cosiddetta Pensione Opzione Donna è un trattamento pensionistico calcolato secondo le regole di calcolo del sistema contributivo ed erogato a quelle lavoratrici dipendenti e autonome che ne abbiano fatto esplicita domanda e che abbiano maturato i requisiti previsti dalla legge entro il 31 dicembre 2020.
Secondo i dati pubblicati dall’Inps, le pensioni anticipate liquidate con Opzione Donna nel 2020 e nei primi nove mesi del 2021 hanno distribuzioni molto simili, con il 90% di pensioni con importi inferiore a 1.000 euro e con età alla decorrenza delle titolari comprese tra 58 e 61 anni in circa l’80% dei casi in entrambi i periodi.
Le pensioni anticipate rispetto a quelle di vecchiaia che nel 2020 arrivavano al 45% in più per il totale delle gestioni acquistano 3 punti percentuali nei primi nove mesi del 2021, attestandosi al 48% in più rispetto a quelle di vecchiaia. La percentuale delle pensioni femminili su quelle maschili presenta nei primi nove mesi del 2021, 8 punti percentuali in più rispetto a quello del 2020, attestandosi al 130% contro il 122% del 2020.
Supponendo rimanga invariabile anche per il prossimo anno, possono accedere all' Opzione Donna le lavoratrici che abbiano maturato questi requisiti entro il 31 dicembre 2021:
Nel nuovo disegno di legge di Bilancio, la misura viene prorogata anche per il 2022, seppur con un innalzamento di 2 anni dei requisiti anagrafici richiesti, sia in merito alle lavoratrici dipendenti che alle autonome. Considerando che rimangono in vigore le c.d. finestre mobili, che posticipano l’erogazione del trattamento pensionistico rispettivamente di 12 mesi per le dipendenti e 18 mesi per le autonome, le prime otterranno così la pensione a 61 anni, mentre le seconde dovranno attendere i 62 anni e mezzo.
Ai fini del conseguimento della pensione è assolutamente obbligatoria la cessazione del rapporto di lavoro dipendente. Non è invece richiesta la cessazione dell’attività svolta in qualità di lavoratrice autonoma.
Per il requisito contributivo vale la contribuzione a qualsiasi titolo versata o accreditata, fermo restando il requisito di 35 anni di contribuzione, al netto dei periodi di malattia, disoccupazione e/o prestazioni equivalenti.
Quanto si perde di pensione:
Dicevamo che chi scegli Opzione Donna rischia una forte penalizzazione. Il sistema di calcolo contributivo, basandosi soltanto sugli accrediti effettuati a favore del lavoratore e non anche sugli ultimi redditi o stipendi, come avviene con il calcolo retributivo-misto, risulta quasi sempre penalizzante.
Non esiste comunque una penalizzazione uguale per tutti, per questo "Opzione Donna" può essere più o meno vantaggiosa a seconda dei casi specifici.
Di norma comunque si tratta di una decurtazione dal 25 al 35% circa dell’importo della pensione.
Come fare domanda
La domanda per Opzione Donna può essere presentata tramite i servizi telematici offerti dall’ Inps o enti di patronato e intermediari dell’Istituto.
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