L'Inps conferma la mancanza di fondi per l'anno 2021 per la copertura dei periodi a carico di lavoratori dipendenti e lavoratori “fragili”.
Tutti al giorno d'oggi conoscono la definizione del termine “quarantena”, prima forse nota solo in ambito scientifico o agli appassionati di qualche film catastrofico.
Oggi, con la diffusione del Covid-19 che ha completamento preso l'intera scena socio-economica del globo terrestre, si è reso necessario predisporre un trattamento di copertura a favore di soggetti venuti a contatto con persone risultate positive al virus o rientranti nel territorio nazionale dopo avere soggiornato in determinati Stati esteri o in casi disposti direttamente dal sindaco di competenza.
Introdotta dal decreto Cura Italia, la quarantena corrisponde (oggi) ad un periodo di 10 giorni per i soggetti non vaccinati e di 7 giorni per coloro che hanno completato il ciclo vaccinale nel quale si è in totale isolamento fiduciario, sempre stando alla regola del contatto detta in precedenza.
Secondo le regole normative, l'evento della quarantena è equiparato a quello della malattia comunemente gestita per il lavoratore dipendente e di conseguenza riconosciuto dall'Inps come tale. Un trattamento, questo, spettante a tutti i lavoratori dipendenti del settore privato, ma non ai soggetti iscritti alla Gestione Separata.
Di fatto, comunque, un lavoratore dipendente assente perché costretto all'isolamento si vedeva riconosciuta dall'Inps l'indennità di malattia.
Ma se nel 2020 erano stati stanziati fondi a copertura di tali periodi, dando una certa sicurezza ai lavoratori e alle imprese, l'amara sorpresa è arrivata con la nota dell'Inps 6.08.2021, n. 2842, la quale riprende quanto già contenuto nel messaggio n. 1667/2021, e annuncia che per l'anno 2021 il legislatore non ha previsto lo stanziamento di nuovi finanziamenti per le tutele applicabili alla generalità dei lavoratori. Per l'anno corrente è stato previsto uno stanziamento solamente a tutela dei lavoratori “fragili” che ha validità (solo) fino alla data del 30.06.2021.
Di conseguenza, per il 2021, non è previsto il riconoscimento della tutela previdenziale per i lavoratori in quarantena e, dal 1.07.2021, nemmeno per i lavoratori fragili che non sono nelle condizioni di effettuare una prestazione lavorativa in smart working.
Resta invece confermato che tutti i dipendenti del settore privato, fragili e non, costretti a rimanere a casa in quarantena hanno comunque la possibilità di svolgere la propria attività lavorativa, in accordo con il datore di lavoro, in modalità di smart working. Tuttavia, nel caso di impossibilità, il lavoratore privo di copertura rischia di vedersi decurtato lo stipendio, fatto salvo il caso in cui il datore di lavoro decida di intervenire, facendosi carico del periodo di quarantena o in alternativa concedendo l'utilizzo di permessi retribuiti.
Si auspica che vengano tempestivamente stanziati nuovi fondi per far fronte a questa lacuna legislativa che grava su datori di lavoro e lavoratori già duramente messi alla prova dalla pandemia, senza contare che un mancato stanziamento delle risorse a copertura dell'evento in questione per l'anno 2021 comporterebbe un successivo recupero, da parte dei datori di lavoro, dell'indennità anticipata al lavoratore e la successiva restituzione all'Inps.
L'Inps conferma la mancanza di fondi per l'anno 2021 per la copertura dei periodi a carico di lavoratori dipendenti e lavoratori “fragili”.
Tutti al giorno d'oggi conoscono la definizione del termine “quarantena”, prima forse nota solo in ambito scientifico o agli appassionati di qualche film catastrofico.Oggi, con la diffusione del Covid-19 che ha completamento preso l'intera scena socio-economica del globo terrestre, si è reso necessario predisporre un trattamento di copertura a favore di soggetti venuti a contatto con persone risultate positive al virus o rientranti nel territorio nazionale dopo avere soggiornato in determinati Stati esteri o in casi disposti direttamente dal sindaco di competenza.Introdotta dal decreto Cura Italia, la quarantena corrisponde (oggi) ad un periodo di 10 giorni per i soggetti non vaccinati e di 7 giorni per coloro che hanno completato il ciclo vaccinale nel quale si è in totale isolamento fiduciario, sempre stando alla regola del contatto detta in precedenza.Secondo le regole normative, l'evento della quarantena è equiparato a quello della malattia comunemente gestita per il lavoratore dipendente e di conseguenza riconosciuto dall'Inps come tale. Un trattamento, questo, spettante a tutti i lavoratori dipendenti del settore privato, ma non ai soggetti iscritti alla Gestione Separata.Di fatto, comunque, un lavoratore dipendente assente perché costretto all'isolamento si vedeva riconosciuta dall'Inps l'indennità di malattia.Ma se nel 2020 erano stati stanziati fondi a copertura di tali periodi, dando una certa sicurezza ai lavoratori e alle imprese, l'amara sorpresa è arrivata con la nota dell'Inps 6.08.2021, n. 2842, la quale riprende quanto già contenuto nel messaggio n. 1667/2021, e annuncia che per l'anno 2021 il legislatore non ha previsto lo stanziamento di nuovi finanziamenti per le tutele applicabili alla generalità dei lavoratori. Per l'anno corrente è stato previsto uno stanziamento solamente a tutela dei lavoratori “fragili” che ha validità (solo) fino alla data del 30.06.2021.Di conseguenza, per il 2021, non è previsto il riconoscimento della tutela previdenziale per i lavoratori in quarantena e, dal 1.07.2021, nemmeno per i lavoratori fragili che non sono nelle condizioni di effettuare una prestazione lavorativa in smart working.Resta invece confermato che tutti i dipendenti del settore privato, fragili e non, costretti a rimanere a casa in quarantena hanno comunque la possibilità di svolgere la propria attività lavorativa, in accordo con il datore di lavoro, in modalità di smart working. Tuttavia, nel caso di impossibilità, il lavoratore privo di copertura rischia di vedersi decurtato lo stipendio, fatto salvo il caso in cui il datore di lavoro decida di intervenire, facendosi carico del periodo di quarantena o in alternativa concedendo l'utilizzo di permessi retribuiti.Si auspica che vengano tempestivamente stanziati nuovi fondi per far fronte a questa lacuna legislativa che grava su datori di lavoro e lavoratori già duramente messi alla prova dalla pandemia, senza contare che un mancato stanziamento delle risorse a copertura dell'evento in questione per l'anno 2021 comporterebbe un successivo recupero, da parte dei datori di lavoro, dell'indennità anticipata al lavoratore e la successiva restituzione all'Inps.