I lavori della Commissione Bilancio del Senato sulla Legge di Bilancio 2024 non hanno modificato in maniera sostanziale le novità previste nell’ambito delle locazioni fino a 30 giorni a partire dal prossimo anno. La tassazione degli affitti brevi, anche in caso di intermediazione mediante portali telematici, salirà di cinque punti rispetto alla soglia del 21 per cento prevista fino al 31 dicembre 2023. Quindi, viene confermata la cedolare secca al 26 per cento sugli affitti brevi.
Una misura che si applicherà a chi affitta più di un appartamento all’anno per brevi periodi. Sugli affitti brevi l’aliquota applicata è quella del 21 per cento e in tale perimetro rientrano anche le locazioni turistiche, secondo quanto previsto dal decreto legge n. 50/2017, che ha introdotto quella che è stata definita come “tassa Airbnb”, e dalle successive modifiche apportate dalla Legge di Bilancio 2021, che ha ridisegnato i requisiti per l’applicazione della cedolare secca.
La Legge di Bilancio 2024 si inserisce in un percorso di regolamentazione già avviato, quindi, rendendo più pesante le regole di tassazione degli affitti brevi anche con il fine di porre un freno al fenomeno delle locazioni turistiche nelle grandi città.
Queste sono le novità che emergono dal testo della Legge di Bilancio 2024, che interviene su quanto previsto dall’articolo 4 del decreto legge n. 50/2017. La tassazione del 26 per cento si applicherà alle locazioni brevi di durata non superiore a 30 giorni, inclusi i contratti che prevedono la prestazione di servizi di fornitura di biancheria e pulizia di locali, stipulati direttamente o tramite soggetti che svolgono l’attività di intermediazione immobiliare, compresi i gestori di portali telematici.
Si ricorda che ad oggi è possibile applicare il regime di tassazione più vantaggioso rispetto all’IRPEF in caso di affitto per finalità turistiche di un numero massimo di quattro appartamenti all’anno. Superato tale limite, scatta l’obbligo di apertura della partita IVA per la gestione delle locazioni di brevi, con il conseguente passaggio alla tassazione IRPEF per aliquote e scaglioni.
All’obbligo di passare alla più pesante tassazione IRPEF si affiancherebbe quindi la presunzione di svolgimento dell’attività in forma imprenditoriale, l’obbligo di apertura di una partita IVA e l’adempimento di tutte le pratiche connesse, quale la presentazione della SCIA allo Sportello Unico per le attività produttive.
In conclusione, è su questo percorso di modifica, per ora solo abbozzato, che si inserisce la Legge di Bilancio 2024, in parallelo alle novità previste dal decreto Anticipi che hanno introdotto il CIN, codice identificativo nazionale obbligatorio per tutti gli affitti brevi.
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