Novità fiscali 2024: quali sono le nuove agevolazioni?


In queste settimane si è iniziato a discutere in merito delle novità fiscali del prossimo anno, complice anche la recente nota di aggiornamento al DEF.

IRPEF 2024: risparmi medi mensili di 22 euro con l’accorpamento delle prime due aliquote e taglio del cuneo fiscale

La novità per il prossimo anno sarebbe quella di accorpare le prime due aliquote IRPEF per garantire un concreto risparmio. Si tratta di ridurre la pressione fiscale sui contribuenti, perché l’intento è quello di concentrare gli sforzi sui titolari di redditi medio-bassi per sostenere le famiglie contro l’inflazione e l’erosione del potere d’acquisto.

Nel dettaglio, l’operazione di revisione porterebbe a 28.000 euro il limite di reddito per l’applicazione dell’aliquota del 23 per cento. Si eliminerebbe quindi l’aliquota del 25 per cento che ad oggi è prevista per chi supera i 15.001 euro. Non cambierà nulla per chi guadagna meno di 15.000 euro, il vantaggio di un simile intervento interessa tutti i contribuenti il cui reddito supera tale soglia ma è inferiore a 28.000 euro, con un risparmio massimo di circa 22 euro al mese.

Complementare alla revisione dell’IRPEF è il rinnovo del taglio del cuneo fiscale e contributivo del 6 e del 7 per cento che garantisce aumenti in busta paga fino a circa 100 euro per i lavoratori e le lavoratrici dipendenti. L’obiettivo per il 2024, quindi, è anche quello di confermare l’esonero contributivo che riguarda la quota dovuta dai lavoratori pari al 6 per cento per le retribuzioni fino a 35.000 euro e pari al 7 per cento per quelle fino a 25.000 euro.

IRES: ipotesi riduzione nel 2024 per chi assume e investe

La legge n. 111 del 9 agosto 2023 introduce agevolazioni che prenderanno forma concretamente con l’approvazione dei decreti attuativi.

In particolare, si prevede una riduzione dell’aliquota dell’IRES ora la 24 per cento per:

  • le nuove assunzioni;
  • investimenti qualificati;
  • schemi stabili di partecipazione dei dipendenti agli utili.

Un’agevolazione prevista nel caso in cui si impieghi una somma che corrisponda in tutto o in parte al reddito entro i due periodi d’imposta successivi alla sua produzione. Per le imprese che non possono accedere alla riduzione dell’imposta, viene prevista la possibilità di beneficiare di diversi incentivi relativi agli investimenti qualificati. Questi possono riguardare il potenziamento dell’ammortamento o la deducibilità dei costi relativi alle nuove assunzioni.

La detassazione delle tredicesime e la proroga per i forfettari

La detassazione delle tredicesime pone l’obiettivo di contrastare la perdita del potere d’acquisto di stipendi e pensioni, sostenendo così non solo i lavoratori dipendenti, ma anche i pensionati. Si tratta di una detassazione tramite l’applicazione di un’aliquota del 15 per cento in favore dei titolari di redditi non superiori ai 35.000 euro annui. In un primo momento sembrava che già da dicembre si potesse attuare questo servizio, ma con tutta probabilità si dovrà aspettare il prossimo anno per poter beneficiare dell’intervento.

Si ricorda che il taglio del cuneo fiscale, anche quello potenziato al 6 e al 7 per cento, non si applica sulle tredicesime, che dunque per dicembre 2023 non dovrebbero subire variazioni in aumento.

Per quanto riguarda i contribuenti in regime forfettario, la proroga è prevista al 30 novembre 2024, scadenza prevista per integrare i dati della dichiarazione dei redditi dei forfettari che, nelle ultime settimane, si sono visti recapitare le lettere di compliance dell’Agenzia delle Entrate relative alla dichiarazione dei redditi 2022. La norma, dunque, permette il rinvio della regolarizzazione dei dati omessi nel quadro RS.

 

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