Ecologia della mente o bidoni dell’immondizia?

Ogni giorno siamo sottoposti ad un continuo bombardamento di informazioni che riceviamo dai mezzi di comunicazione di massa, dal web, dalle e-mail e dai social media. La gestione di queste informazioni richiede però tempo e tende a ridurci le tempistiche dedicate al lavoro e al tempo libero. Come possiamo fare per proteggerci? Un concetto molto […]

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Ogni giorno siamo sottoposti ad un continuo bombardamento di informazioni che riceviamo dai mezzi di comunicazione di massa, dal web, dalle e-mail e dai social media. La gestione di queste informazioni richiede però tempo e tende a ridurci le tempistiche dedicate al lavoro e al tempo libero. Come possiamo fare per proteggerci?
Un concetto molto interessante viene espresso da Tim Ferriss, imprenditore e scrittore statunitense, nel best seller “4 ore alla settimana”, in cui descrive la cosiddetta “Dieta dell’informazione”. Se ci troviamo di fronte ad una tavola imbandita e iniziamo ad abbuffarci senza misura, alla fine ingrassiamo, diventiamo obesi, la vita diventa diversa e difficile e il rischio di morte legato a questa patologia aumenta esponenzialmente.
Da questa metafora inquietante, emerge con forza un concetto: al giorno d’oggi, per essere efficaci e produttivi non possiamo porci nella situazione di dover subire tutte le informazioni che ci arrivano.Purtroppo, le abitudini di vita ci portano spesso a diventare succubi di questa mole di informazioni, perdendo gradualmente la percezione del pericolo che si corre: perdere tempo, abbassare le risorse, sprecare vita.
La soluzione di fondo è quella di alzare la consapevolezza di ciò che si fa, evitando comportamenti automatici e abitudinari.La prima “dipendenza” dall’eccesso di informazioni sono i social media, da WhatsApp a Facebook, passando per Instagram e arrivando a TikTok.